Donne: contro la violenza migliaia di coperte distese in piazza Santa Croce

Più di 15.000 quadrati realizzati, e tra questi diverse decine sono stati preparati dalle nostre meravigliose signore del gruppo “Sferruzzatrici per il Burkina“.

Una piccola grande soddisfazione: i quadrati di Nonna Lilla, con un grande giglio, simbolo di Firenze, ricamato nel mezzo, sono stati scelti per farne dono alle autorità presenti all’evento. 

Un grazie infinito al nostro splendido gruppo di sferruzzatrici!!!!

Donne: contro la violenza migliaia di coperte distese in piazza Santa Croce

“Chi trova un santo, trova un tesoro”.

Il racconto di un piccolo cercatore.

La festa di tutti i Santi, l’abbiamo aspettata con un grande gioco: Chi trova un Santo trova un tesoro. Aveva lo scopo di far conoscere la storia di 4 Santi a bambini e ragazzi nonché di creare fonte di divertimento. Così, siamo stati divisi in quattro squadre (i Beati, i Venerabili, i Cherubini e i Serafini) e abbiamo visitato dei “luoghi”, ciascuno con un Santo da farci conoscere: San Pietro, patrono della nostra Chiesa, al Lago; San Giovanni Battista, patrono di Firenze, nel deserto; Santa Reparata, anche lei patrona della nostra città, nelle catacombe; San Miniato, primo martire fiorentino, al Monte. Ma poiché l’attenzione viene prima di tutto, abbiamo dovuto completare delle “lettere” in base a ciò che avevamo ascoltato dal Santo stesso: ossia, la propria vita . Finito il gioco (ci siamo trovati riempiti di dolcetti), siamo andati in chiesa per celebrare la Messa, dove ognuno ha portato un cartello con sopra l’immagine e la descrizione di uno specifico Santo.

Entrando in Chiesa, abbiamo invocato tutti i Santi fiorentini, ritrovandoci così ad aver passato una splendida serata!

Samuele

Un giovane pellegrino racconta…

Roma è una città molto bella e ho avuto il piacere di trascorrere una giornata con i miei amici del catechismo, le catechiste, Eric e Don Giovanni.
La cosa che più mi è piaciuta è stata la visita a San Pietro, perché tutte le volte che ci torno sono affascinato dalla sua imponenza e dalla sua meravigliosa cupola. Grazie a Don Giovanni abbiamo potuto celebrare una messa tutta per noi! Questo viaggio lo porterò sempre nel cuore come tutte le persone che ho incontrato in quel giorno…

Pietro

Esperienza di Fraternità

Nell’estate scorsa, un gruppo di ragazzi delle medie ha dato inizio a un’esperienza di profonda fraternità. Attraverso giochi, canti, pranzi, cene, momenti di preghiera e culturali, sono emersi momenti di autentica comunione.

L’esperienza ha avuto inizio con una settimana di vacanza che i ragazzi hanno chiamato “Insieme per la Felicità”. In quel periodo, hanno sperimentato quanto fosse bello vivere insieme e quanto fosse significativo imparare a condividere la propria esistenza tra giochi, canti e preghiere, diventando veri e propri fratelli e sorelle.

Il gruppo, che includeva coloro che si preparavano alla Cresima della terza media, ha successivamente vissuto una giornata di pellegrinaggio a Roma chiamata “Sulle Spalle dei Giganti”. Questa esperienza non solo ha consentito loro di rafforzare il legame fraterno tra di loro, ma ha anche permesso loro di incontrare fratelli e sorelle più grandi che avevano già percorso il cammino della vita e della fede.

Un altro momento significativo è stato il ritiro preparatorio alla Cresima, intitolato “Nessuno Si Salva da Solo”. Durante questo ritiro, accompagnati da Don Gianni Castorani, i ragazzi hanno riflettuto sulla profonda verità che nessuno può affrontare la vita da soli, ma che tutti hanno bisogno gli uni degli altri. È lo spirito dell’amore divino che ci guida a vivere in comunione.

Durante la celebrazione della Cresima, uno dei ragazzi ha condiviso un pensiero che rifletteva l’impatto di queste esperienze: “Ho visto lo Spirito Santo in azione nelle incredibili cose che abbiamo fatto quest’anno, nelle esperienze di fraternità”.

La consapevolezza di quanto sia preziosa l’esperienza fraterna ha spinto i ragazzi a continuare il loro cammino. La prima festa di fraternità, tenutasi il 29 ottobre, è stata un momento di gioia e condivisione, con attività sportive, preghiere e una grigliata con il sostegno dei genitori e dei catechisti.

Ora, l’obiettivo è approfondire ulteriormente l’esperienza fraterna coinvolgendo anche le parrocchie del Corpus Domini e di Badia durante i mesi di novembre e dicembre. Insieme, si consoliderà il legame tra i ragazzi, riconoscendo che ognuno ha bisogno dell’altro.

Per sottolineare l’unicità di questa esperienza, è stata creata una maglietta speciale con la scritta “Sum Originalis”, a sottolineare il messaggio centrale: siamo unici e proprio per questo comprendiamo quanto sia importante la fraternità tra di noi.

Don Giovanni Emidio Palaia

La festa della Rificolona

Tutto è iniziato da un ritrovo di mamme alla festa del nostro patrono, San Pietro. Siamo alla fine di giugno e in due mesi organizziamo un piccolo laboratorio di rificolone, una lotteria a buoni premio che molti commercianti di Gavinana ci hanno donato, una bella e luminosa preghiera, il 7 settembre, vigilia della festa della Natività di Maria.
E per deliziare il palato c’è stata una grande cena condivisa con due bellissimi intrattenimenti: la Dottoressa Gomitolo che ha fatto giocare i nostri bambini e il cantante Andrea Pacini che si è esibito in tutta la sua bravura. Grazie anche alla disponibilità del nostro caro parroco don Francesco, è stata un’esperienza fantastica che ha ricevuto anche l’attenzione del Quartiere 3. Un’iniziativa sicuramente da ripetere perché il sorriso di un bambino è unico e solo a chi è come loro appartiene il Regno di Dio.

Cristina e Francesca

Foto preghiera festa Rificolona

Saluto a Don Francesco Stortini

Caro Don Francesco,
il momento del saluto è umanamente un momento difficile da affrontare quando riguarda persone con le quali hai condiviso un percorso e alle quali hai voluto bene, ma noi crediamo che è Gesù che ci guida e ci conduce per il giusto cammino.
In questo ultimo anno abbiamo avuto la gioia di averti tra noi, prima come Diacono e poi come Vice-Parroco.
Quando mi è stato chiesto di pensare a questo saluto mi è venuta subito in mente la figura di Mosè a cui fu fatta questa promessa: “io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire”.
E’ proprio vero che Dio sceglie ciò che in terra è debole e piccolo perché risplenda la sua potenza e la sua gloria.
Credo che questo sia valido anche per te, Don Francesco.
Ci mancherà la tua presenza nelle celebrazioni eucaristiche e ci mancheranno le tue omelie nelle quali spesso ci hai sorpreso parlando con semplicità e allo stesso tempo con profondità per spronarci a vivere con entusiasmo la fede in Gesù Cristo.
Oggi vogliamo ringraziare il Signore per il dono della tua presenza tra noi in questo tempo e per tutti i servizi che hai svolto nella nostra parrocchia in particolare con i bambini e con i giovani.
Ti auguriamo di servire sempre il Signore con la stessa passione ed medesimo entusiasmo ovunque Lui ti invierà.

Marco Bartolini
Direttore del consiglio pastorale parrocchiale di San Piero in Palco

Don Francesco Stortini
Don Francesco Stortini

beato Carlo Acutis

Nella parrocchia di san Piero in Palco è possibile visitare la mostra dei miracoli eucaristici del beato Carlo Acutis. Nel video la spiegazione della signora Antonia Salzano Acutis.

Una domenica speciale

Don Francesco junior e la prima Messa a San Piero in Palco

È stata una mattinata intensa, quella di domenica 23 aprile 2023, piena di significato… non solo per il nuovo Presbitero, ma per tutta la comunità di S. Piero in Palco che ormai si è addestrata a sostenere un nuovo Sacerdote nei suoi primi importanti passi sulla strada illuminata da Dio.

Don Francesco “junior” (don Francesco Stortini, n.d.r.) ha cercato di celare la sua emozione, ma ne era attorniato… come sarebbe stato possibile il contrario?

Non è molto che è qui con noi, solo qualche mese, ma l’abbiamo imparato a conoscere, a comprendere in linea di massima quanta sensibilità ha dentro, di quale semplicità si riveste, capace di riuscire ad esprimere palesemente i suoi pensieri. Ci ha fatti partecipi dei problemi che ha avuto prima di entrare in seminario e che è riuscito a risolvere ascoltando la voce del Signore che si è rivelato a lui prendendolo per mano, indirizzandolo su di un cammino nuovo. Una esperienza che risulta difficile da prendere… da molti rifiutata. Ma Francesco non si è tirato indietro. Quella voce gli ha dato entusiasmo, gli ha dato coraggio, gli ha aperto completamente gli occhi. Tutto è cambiato.

Nella vita spesso ci troviamo a vivere momenti di confusione, equivocare, prendere dei granchi (come si suol dire) e ciò risulta più frequente nella giovane età. Ma l’importante è riuscire a rettificare e a ritrovare il proprio equilibrio. La semplicità in un giovane talvolta gioca a suo sfavore, perché disorientato com’è, con più facilità rimane lusingato e affascinato da situazioni più accattivanti, ma non del tutto chiare, un po’ equivoche. Tuttavia, è proprio quella schiettezza del cuore che gli permette di individuare a poco a poco anche i suoi errori. Credo che l’essenzialità della vita vada cercata senza arroganza, sentimento che tiene lontani i nostri simili, perché il piedistallo dell’alterigia non piace a nessuno. È la modestia e l’umiltà che sono dominanti in un buon rapporto. Ecco perché Francesco lo sentiamo un “nostrano” Sì! È come se facesse parte di ciò che vorremmo fossero i giovani. Senza troppe banalità, con la voglia di costruire qualcosa, con la forza morale di sbagliare e di correggersi, con il coraggio di prendere decisioni anche un po’ controcorrente… eh sì! Perché ai giorni nostri farsi prete è difficile… come cercare un ago nel pagliaio… ma diciamoci la verità chi è che si metterebbe a cercare l’ago rifinito in un pagliaio? Nessuno!

Solo nostro Signore, in questa nostra società divenuta un po’ troppo superficiale, cerca… cerca ed arriva a trovare l’ago con il quale qualcuno riesce a ricamare la propria esistenza fatta di pizzi e merletti. È l’augurio che facciamo a Don Francesco junior… pochi rammendi e tanti bei ricami.

Alessandra

RICORDANDO FRANCA FANTECHI

L’angolo della memoria ogni giorno diventa più popolato: lo abitano persone che si conoscevano, che talvolta ci erano amiche, che si incontravano vivendo la vita della parrocchia: Mario Pulignani, Silvana Nencini, Marcello Bartoli, Marisa Ridolfi sono quelli che abbiamo ricordato in questo spazio, ma di sicuro ce ne sono stati altri che avrebbero meritato il nostro ricordo anche per il solo merito di essere vissuti in mezzo a noi.
Non erano persone fuori dal comune: erano persone normali che, nel tempo che sono state con noi, hanno saputo mettere al servizio della comunità i loro talenti, facendoli diventare fecondi per tutti.
Nei giorni scorsi ci ha lasciato anche FRANCA FANTECHI, una presenza costante e attiva nel nostro panorama che ha la nostra Chiesa al centro. Mai in prima fila, ma solo dove era utile essere. Fa ancora piacere ricordare le sue parole di incoraggiamento a chi intraprendeva qualcosa di nuovo: per andare avanti, quella spinta morale era un bicchiere d’acqua fresca nel deserto.
Franca era un motore che sprigionava una benefica energia positiva, una brezza allegra spesso addolcita dalle buone cose che le sue mani operose sapevo sfornare, fossero i suoi rinomati biscotti al cocco o gli oggetti da vendere ai mercatini, con i quali si finanziano le attività della parrocchia. Era il vento che gonfiava la vela di chi aveva la fortuna di passarle vicino, fossero familiari, amici o anche solo conoscenti.
Le testimonianze su di lei che abbiamo raccolto, non possono che iniziare da quelle di chi la conosceva più da vicino: la figlia Daniela, anche a nome del babbo e della sorella, e i nipoti, che l’hanno ricordata alla fine del funerale.

Ricordando Franca Fantechi

Daniela l’ha salutata con parole semplici, in cui la tristezza dell’addio è mitigata dalla nostalgia del ricordo dell’affetto materno in cui l’ironica confidenza si scioglie nell’amore filiale:

Solo poche parole perché non sono brava a parlare da un pulpito e oggi sarà ancora più dura.
In questo brutto giorno in cui stiamo salutando la Franca (o se si vuole Maria) c’è tanta tristezza; però anche tanta gioia perché siete venuti in tanti a salutarla e a salutarci e questo ci ha fatto tanto piacere.
Vorrei ringraziare, anche a nome del mio babbo Dino e di mia sorella Donella, chi ci è stato vicino in questi giorni e ci ha fatto capire quanto bene, quanto amore verso gli altri la mia mamma ha saputo dare.
Per sdrammatizzare voglio dire che ha saputo produrre anche tanti biscotti, tanti vestitini, tante copertine….
Ciao Mamma, ciao Franca: grazie per tutto quello che ci hai insegnato. Nonostante ti sia sempre considerata una “chioppina” hai dato tanto alla tua famiglia, a tuo genero, ai tuoi nipoti, ai parenti vicini e lontani, agli amici, ai condomini, ai vicini di casa e a tutte queste persone rimarrà qualcosa di te.
Buon viaggio Mamma!!

Questa, invece, è la voce dei nipoti, che testimonia il loro affetto, la loro riconoscenza, ma anche l’impronta forte e concreta che una nonna speciale, la nonna Franca, ha lasciato in loro.

Ciao Nonna,
non possono bastare poche parole per descrivere la persona incredibile che eri e ciò che rappresentavi per noi.
Possiamo però provare con queste poche parole a ringraziarti per tutto quello che hai fatto per noi. Grazie per tutto l’amore incondizionato.
Grazie per tutti gli insegnamenti, il buon esempio e la bontà al servizio degli altri.
Grazie per tutti i pranzi e le cene e per tutti i biscotti che ti hanno reso leggendaria.
Grazie per i pantaloni ricuciti, le magliette rammendate e tutte le operazioni di sartoria.
Grazie per tutte le coperte sullo stomaco dopo pranzo, per non bloccare la digestione e le raccomandazioni di bere l’acqua fredda “a piccole sorsatine” perché “sennò ti viene una congestione”.
Grazie per essere stata la nonna migliore che si potesse desiderare.
Speriamo di averti resa orgogliosa di noi come noi lo eravamo di te.
Ciao
I tuoi nipoti Lorenzo e Francesco

Franca Fantechi era una presenza costante fra le signore che, lavorando a maglia, contribuiscono al progetto missionario del Campo di lavoro per il santo Natale, l’associazione fondata da Don Carlo Donati presente da molto tempo in Burkina Faso con molte iniziative: fra queste anche le copertine che producono queste signore lavorando la lana con i ferri da calza. Quando, come ogni lunedì pomeriggio, si sono ritrovate alla Casa della Gioventù per lavorare insieme, hanno ricordato la loro amica scomparsa con queste parole:

“Era la sorella maggiore che tutte volevamo avere, sempre disponibile, positiva.”
“Era una bella persona, simpatica, con le mani d’oro: sapeva fare tutto e bene!”
“Aveva tanto spirito! Quando doveva andare sempre più spesso all’ospedale, ci diceva che andava a mettere la benzina nel serbatoio!”

Franca Fantechi per tanti anni, finché ha potuto, è stata anche una componente della squadra che ogni settimana, il venerdì, pulisce la Chiesa preparandola ad accogliere i fedeli i giorni di festa.
E’ stato sorprendente ascoltare le persone che l’hanno avuta compagna in questa attività: in pratica hanno ripetuto i concetti e le parole delle signore che facevano la calza con lei.

Possiamo davvero dire che il pensiero della figlia è una realtà: chi ha conosciuto la FRANCA, ne porterà per sempre il ricordo dentro di sé.