Don Alvaro si racconta…

Cari parrocchiani di San Piero in Palco,

vi scrivo alcune righe per ripercorrere a grandi linee la storia che il Signore sta facendo con me. Dal Nicaragua mi ha portato a Firenze, mi ha accompagnato con tanta pazienza e mi ha mostrato la sua bontà e potenza nelle esperienze di missione (a Pescara, in Brasile, in Portogallo, ecc) e soprattutto quando constatavo la mia indegnità e incapacità.

Se qualcuno a diciassette anni mi avesse chiesto se credevo che il Signore mi chiamasse a “lavorare nella sua vigna”, sicuramente avrei risposto di no. Da quando ero in quarta elementare mi ero fatto un progetto di vita, avevo programmato di fare carriera e il Signore e la mia famiglia (che mi è sempre stata vicina) mi hanno permesso di realizzarmi professionalmente. Ho iniziato già ai tempi della scuola media, al posto di fare i compiti andavo all’officina di un mio zio che fa l’elettrauto ed ho imparato a fare qualche lavoretto. Poi ho frequentato l’istituto tecnico e sono diventato meccanico, ma, oltre ai tirocini non ho lavorato molto in questo campo perché appena ho preso il diploma ho iniziato a lavorare per la compagnia elettrica del mio paese come tecnico di sottostazioni elettriche e contemporaneamente frequentavo l’università d’ingegneria elettromeccanica e iniziai a fare carriera. Ai diciotto anni mi trovavo a fare quello che avevo desiderato, ero indipendente economicamente e con molte prospettive, ma nel fondo del mio cuore avevo un vuoto, mi alienavo con le serate, gli amici, le ragazze, il lavoro, lo studio, ecc, tutte cose che non bastavano a riempirlo.

Una volta un amico m’invitò a partecipare a degli incontri del cammino neocatecumenale e lì ho scoperto l’Amore di Dio, mi è stato annunciato che Dio mi amava com’ero e non mi chiedeva niente in cambio. Entrai a far parte di una comunità catecumenale e la mia vita iniziò a cambiare fino al punto che quell’amore gratuito che ho esperimentato, non lo potevo tenere solo per me. In un incontro vocazionale nel 2010 a El Salvador, sentì che il Signore mi chiamava ad annunciare la Buona Notizia di Cristo, morto e risorto, per dare la Vita al mondo. Da quel momento iniziò il mio percorso di discernimento vocazionale fino a lasciare il mio paese, il lavoro, l’università, gli amici e la famiglia ed entrare in seminario per essere formato a diventare presbitero missionario. In tutta questa storia mi sono sentito accompagnato dalla Chiesa, tramite i fratelli e catechisti con i quali condivido l’itinerario di fede (sono stati e sono fondamentali), i presbiteri che il Signore mi ha messo accanto durante la mia vita, e in seminario attraverso seminaristi, formatori e non ultimo l’arcivescovo.

Per l’ultima fase della formazione l’arcivescovo ha ritenuto opportuno inviarmi a San Piero in Palco e anche se don Francesco dice che mi hanno mandato da lui per “imparare come non devo diventare”, in realtà ho potuto vedere, ancora una volta, che il Signore porta avanti la storia e questo nonostante i nostri limiti (per esempio il suo temperamento, con il quale mi sento molto identificato). Questo mi ha confermato che non è me stesso che devo annunciare, ma Cristo e questo mi rasserena.

In questi anni ho ricevuto, man mano, conferma della vocazione. Ora che non faccio più il tecnico, non ho più le mie sicurezze, ma ho Cristo: quel vuoto nel cuore non c’è più, “mi basta la sua grazia” e il suo amore, “tutto il resto è vanità”. Oggi sto per arrivare al “traguardo” dell’ordinazione, che mi richiede molta docilità e obbedienza (cose non facili per me). Ho molta fiducia, serenità e gioia perché mi sento nelle mani della Chiesa, che sono le mani stesse di Gesù Cristo perché Lui mi ama e mi ha scelto. Il giorno dell’ordinazione sarà il 24 aprile p.v. in Cattedrale a Firenze, vi chiedo di accompagnarmi con le vostre preghiere, certi che nel ministero che il Signore mi sta affidando sarete sempre presenti nelle mie; ora siete parte anche voi della mia storia. Avrò la gioia e l’onore di celebrare con voi le prime Messe solenni, nelle quali saranno celebrate le prime comunioni dei bambini del catechismo nei giorni 1, 7, 8, e 22 maggio. Inoltre continuerò a imparare e a camminare insieme a voi, a don Francesco e a don Massimiliano fino a che l’arcivescovo non mi darà una nuova destinazione, secondo le necessità dell’arcidiocesi.

Alvaro Flores Dinarte

Santino Don Alvaro
Santino Don Alvaro